Seconda mostra di minerali di montevecchio – Le mineralizzazioni a coccarda e non solo

La sezione cooccarde

La mineralizzazione a coccarda

Non di rado, a Montevecchio, durante i lavori di avanzamento, ci si imbatteva in una struttura di mineralizzazione cosidetta “a coccarda” per l’aspetto ad anelli concentrici, più o meno definiti e chiusi, dovuti dalla sovrapposizione di mineralizzazioni differenti che si sono formate nel corso del tempo.

I minerali che più frequentemente si alternano a formare queste coccarde sono il quarzo, la sfalerite, l’ankerite (una variante ferrifera della dolomite), la galena.

Tali mineralizzazioni sono rese possibili dalle basse temperature dei fluidi termali.

Come si sono formate le
mineralizzazioni a coccarda del filone
Montevecchio – Ingurtosu?

Il sistema delle grandi fratture perimetrali, all’ammasso granitico arburese ha iniziato ad aprirsi perimetralmente verso l’inizio del raffreddamento della massa granitica.

La diminuzione della pressione ha facilitato la risalita di fluidi mineralizzanti che dalla periferia della massa granitica tendono a venire verso la superficie, senza raggiungerla, raffreddandosi lentamente in profondità.

Il meccanismo dell’apertura delle fratture ha fatto si che un fluido iniziale, localmente ricco in silice, “brinasse” per effetto parete fredda sui lati della spaccatura, man mano che essa si apriva.
Il contenuto dei fluidi provenienti dal basso, non era mai uguale, e le superfici della frattura non eranopiane, ma piuttosto, brecciate e ricche di scaglie della roccia incassante (scisto ovvero metamorfite), che si sono lasciate rivestire progressivamente da quarzo, ankerite, sfalerite ricca in Fe (marmatite) oltre a calcopirite, pirite e galena.

Il riempimento della colossale frattura, è diventate quindi una mineralizzazione a solfuri metallici e, in funzione dei momenti economici, un giacimento.

La sezione Galena

La sezione Sfalerite

La sezione Pirite

La sezione Piromorfite

 

Altri Minerali in mostra